Medicina

La salute dei capelli ci parla di noi. Uno studio

Dai capelli è possibile ricostruire una storia personale, dagli spostamenti all’acqua che s’è bevuto fino alle regole alimentari che seguiamo.

Non è un film di fantascienza di Niccol memoria, ma le investigazioni del ricercatore Jim Ehleringer che se ne interessa già dagli anni Novanta.

I capelli ricrescono aggiungendo cheratina e altri elementi che li compongono.

I capelli si nutrono di ciò che mangiamo e beviamo poiché è da qui che rilevano gli amminoacidi necessari alla sopravvivenza.

Dall’analisi del capello, allora, si può procedere all’identificazione del nostro sistema alimentare, valutare gli eccessi di cibi industriali o comunque alimenti poco salutari diffusi in determinati strati della popolazione.

La ricerca americana che ha indagato su questo specifico rapporto, è dell’Università dell’Utah ed è stata pubblicata sui Proceedings of the National Academy of Sciences.

A guidare la squadra di ricerca Jim Ehleringer che già durante studi precedenti aveva dimostrato come analizzando gli isotopi presenti nei capelli, cioè gli atomi di uno stesso elemento che differiscono tra loro per il numero di neutroni, e quindi di peso atomico, potessimo risalire ad alcune caratteristiche individuali.

Abbiamo detto come la salute dei capelli potesse rivelarci ciò di cui ci nutriamo ma anche dove andiamo, grazie agli isotopi di ossigeno e idrogeno che i capelli contengono che ci rimandano al tipo d’acqua che abbiamo bevuto e quindi alla sua provenienza geografica.

Il suo ultimo studio dimostra come granoturco e canna da zucchero appartenenti a un gruppo di vegetali definiti C4, contengano isotopi di carbonio e azoto diversi da quelli dei legumi e della maggioranza delle verdure che appartengono, invece, al gruppo definito come C3.

Il gruppo C4 è alla base di molti mangimi industriali per allevamenti di bestiame e sarebbero loro a dirci quanta carne industriale mangiamo.

L’analisi si è svolta raccogliendo i capelli dai barbieri di 65 città americane riuscendo a comporre un difficile mosaico fatto di: provenienza sociale-quartiere e l’indice di massa corporeo dell’area.

I risultati dimostrano con evidenza che nelle aree – quartieri più difficili le persone seguono una dieta squilibrata composta essenzialmente da carne industriale.

Spostandosi verso aree-quartieri più ricchi, saliva la percentuale di frutta e verdura presente nell’alimentazione.

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