Giochi in plastica ma non solo.
Per la salute dei bambini si dovrebbe cercare di ridurre giochi e utensili vari fabbricati in plastica per evitare l’esposizione dei bambini a specifiche sostanze dannose.
Giochi in plastica , in primo luogo, ma anche forchette e bicchieri, ad esempio per ridurre l’effetto dei plastificanti sulla salute dei piccoli.
I plastificanti sono sostanze chimiche che determinano le proprietà fisiche dei polimeri delle plastiche.
Il Bisfenolo A conferisce resistenza e trasparenza ed è utilizzato per la produzione di resine anche per usi alimentari, plastiche in policarbonato e come reagente nella carta termica.
Gli ftalati, invece, conferiscono flessibilità e morbidezza e vengono utilizzati in prodotti polimerici, in alcuni imballaggi per prodotti alimentari e cosmetici.
Bisfenolo e ftalati possono essere rilasciati dai prodotti in cui sono stati utilizzati determinando l’esposizione della popolazione generale attraverso i prodotti di uso quotidiano, nello specifico i giochi in plastica.
Scrive l’Istituto Superiore di Sanità: “Gli ftalati, di cui il Di-2-etilesilftalato (DEHP) è il rappresentante principale, e il Bisfenolo A (BPA) sono composti diffusamente utilizzati come plasticizzanti, non persistenti nell’ambiente e rapidamente metabolizzati; essi sono riconosciuti interferenti endocrini la cui esposizione durante l’infanzia e la pubertà merita speciale attenzione poiché queste rappresentano fasi cruciali e suscettibili dello sviluppo”.
A riguardo l’Iss pubblica uno studio che valuta gli effetti dell’esposizione di questi plastificanti sulla popolazione infantile, e quindi, quanto il tempo trascorso a contatto con giochi in plastica potesse influire sulla salute dei più piccoli.
Dalla ricerca si attesta che “nel 77% dei bambini sono stati trovati livelli misurabili di Bisfenolo pertanto anche per questo contaminante l’esposizione risulta diffusa e continua. Non sono state trovate differenze significative dei livelli nelle tre macro-aree ma nelle aree urbane l’esposizione è maggiore che nelle aree rurali, in particolare al Sud.
Inoltre, nell’area rurale del Nord, i bambini hanno un’esposizione più elevata delle bambine nella fascia di età 4-6 anni.
Per entrambi i contaminanti, sono state trovate concentrazioni significativamente più alte nei bambini più piccoli, di età 4-6 anni, rispetto alle altre categorie d’età; anche i bambini 7-10 anni avevano livelli più alti di quelli di 11-14 anni”.
Pertanto l’esposizione risulta diminuire al crescere dell’età e con l’abbandono dei giochi in plastica.
La presenza dei contaminanti è riconducibile all’uso di giocattoli in plastica inclusi peraltro quelli elettronici.
L’Iss consiglia di limitare il tempo a contatto con giocattoli in plastica e limitare l’uso della plastica in generale, dalle bottiglie d’acqua agli utensili in plastica.
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