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#Playseriously un gioco psicoeducativo

Deputare un videogame alla diagnosi della dislessia, #Playseriously l’ultimo videogioco presentato alla Milano Digital Week dello scorso novembre, ha questo compito.

I dati in aumento sui disturbi dell’apprendimento e, in particolare, sulla dislessia, secondo il Ministero dell’Istruzione per il 2020 parliamo del 3,2%, della popolazione scolastica con dislessia, hanno posto una priorità: una diagnosi precoce.

L’ambito ludico, più di ogni altro, può adempiere a compiti psicoeducativi, permettendo di esplorare tutte le potenzialità del mondo videoludico.

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#Playseriously

Se l’esigenza è anticipare la diagnosi di dislessia in età prescolare, allora, il gioco rappresenta l’ambiente più adatto perché si possa agire in serenità e senza ansia.

#Playseriously si presenta come uno spazio sicuro in cui muoversi, ha senz’altro una finalità di verifica ma nel suo naturale coinvolgimento non ha alcun altro fine se non il divertimento dal punto di vista del giocatore.

#Playseriously

La realizzazione dell’Hakathon #Playseriously è stata possibile grazie a un bando di finanziamento promosso dalla Central Europe Initiative, mentre all’effettiva realizzazione del videogioco hanno partecipato Sae Istitute Milano e cinque atenei europei, il SAE Institute Belgadro (Serbia), l’Università di BabesBolyai (Romania), l’Università di Crne Gore (Montenegro), l’Università di Szeged (Ungheria) e l’Università di Banjia Luka (Bosnia – Erzegovina).

Un approccio interdisciplinare ha contraddistinto #Playseriously grazie al lavoro di game designer e psicologi, un lavoro collettivo che mira a conciliare le esigenze dei bambini con quelle della psicoeducazione.

Un nuovo strumento diagnostico #Playseriously ma soprattutto, un nuovo approccio alla dislessia.

Giocare d’anticipo con una precoce diagnosi significa ottimizzare interventi e terapie, e un percorso formativo adatto a questo tipo di difficoltà.

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