Il potere della poesia. Addio ChatGPT
Il potere della poesia risiede nella sua capacità comunicativa capace di accrescere consapevolezza e benessere.
Se è vero che tutti dovremmo girare con una poesia in tasca, è pur vero che il potere della poesia si radica in un globale sistema benessere che riesce ad attivare sconfiggendo ansia e vulnerabilità.
Conosciamo ad oggi molte tecniche di riduzione dello stress, le più note e diffuse sono lo yoga, passeggiate in natura oppure l’esercizio fisico, ma la ricerca contemporanea annovera la letteratura in versi come altro strumento di cura e benessere.
Il potere della poesia consisterebbe, dunque, che sia letta o creata, nel movimento di sperimentazione emotiva condivisa, supportando in questo modo, turbolenze esistenziali e delusioni, ristabilendo una scala di priorità, riequilibrando emozioni, riformulando ipotesi di vita con l’aiuto della fantasia.
Poesia civile, poesia d’amore, il potere della poesia è il suo stesso linguaggio, sapiente e secolare arma contro isolamento e sofferenza.
E se il potere della poesia è oggetto di studio, citiamo una ricerca pubblicata da The art of Psychoterapy che indica proprio l’efficacia dell’intervento poetico contro depressione e disturbo da stress post traumatico, d’altro canto è di sperimentazione comune la lettura di una poesia come piccolo antidoto contro le emozioni negative.
La Scienza è d’accordo ed evidenzia come il potere della poesia equivalga al potere della comunicazione verbale contro la violenza, contro la depressione e contro la solitudine.
Corrono i tempi di una digitalizzazione selvaggia e un triste addio alla penna di chi preferisce affidarsi all’intelligenza artificiale per scrivere un pensiero.
Il potere della poesia è quello di sopravvivere alla ChatGPT, allora?
Non c’è grammatica che regga e il poetare rimane e si afferma come inclinazione e necessità tutta umana, sgrammaticata e imperfetta.
In questo clima di eredità letterarie tecnologiche pare sia un’ottima notizia.
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