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Bicicletta: fa bene alla schiena?

La bicicletta può portare problemi alla schiena?

È una domanda comune cui Isico, Istituto Scientifico Italiano Colonna Vertebrale, dedica spazio sul suo blog

Il primo parere dispensato dagli esperti della colonna vertebrale  è quello di valutare la lunghezza del percorso che si intende percorrere in bicicletta.

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Non esistono controindicazioni specifiche sul muoversi in bicicletta relativamente al mal di schiena, ma è certo che, un lungo tratto su due ruote di sterrato fanno la differenza.

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Anche il tipo di bicicletta comporta delle differenziazioni importanti per la schiena  : una bici da corsa comporta una posizione della schiena più curvata rispetto a una bici da città o da passeggio, fatto che potrebbe causare ad alcuni problemi alla colonna cervicale e lombare.

A differenza di una city bike o una mountain-bike che permettono una posizione eretta della schiena da un lato, dall’altro, però, questa stessa posizione scarica il peso maggiormente sulla colonna lombare e meno sulle spalle.

“In generale, quando si decide di acquistare una bicicletta è bene valutare con accuratezza la misura del telaio, il diametro delle ruote e la tipologia di manubrio, scelta che varia in base all’altezza della singola persona e alla lunghezza degli arti superiori, nonché alla elasticità in flessione del soggetto proprio a livello della colonna lombare – spiega Chiara Costamagna, fisioterapista di Isico e triatleta agonista – Tutti parametri che influenzano la scelta del manubrio e di conseguenza vanno a incidere sulla qualità della pedalata.

Chi usa la bici per andare a comprare il pane o farsi un giretto la domenica nella bella stagione può adattare l’altezza di manubrio e sella fino a trovarne una confortevole. Chi invece intende applicarsi e programma un vero e proprio allenamento dovrebbe rivolgersi a un esperto ciclista e a un bravo biomeccanico per il fondamentale passaggio al cosiddetto “posizionamento in sella”.

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Continua il blog Isico su alcuni dettagli da valutare nella scelta di una bicicletta:

  • altezza della sella: un valore eccessivo o ridotto di tale misura provoca uno sbilanciamento del bacino, il quale tende a oscillare seguendo l’alternarsi delle pedalate, provocando così uno stiramento dei muscoli lombari.
  • posizionamento delle tacchette: una posizione troppo arretrata della tacchetta porta il metatarso in posizione avanzata rispetto all’asse del pedale, con conseguente riduzione della mobilità articolare della caviglia, appesantimento della pedalata e contrattura eccessiva di quadricipite e muscoli paravertebrali.
  • arretramento della sella: è causa dello sbilanciamento del bacino, pertanto rientra nei fattori di rischio per la lombalgia da sforzo. In merito, è curioso sapere che, secondo la letteratura, il 30%-70% dei ciclisti soffre di mal di schiena cervicale, dorsale o lombare; l’incidenza e l’entità del mal di schiena possono essere ridotte con un’appropriata regolazione dell’angolo della sella.

Sarebbe buona abitudine, per il ciclista e per gli sportivi in generale – continua Maria Parzini, massoterapista di Isico – seguire un programma di esercizi adeguato prima di intraprendere il gesto sportivo, soprattutto per prevenire eventuali disturbi alla colonna vertebrale”.

Infatti, secondo una revisione risalente al 2012 della Sports Medicine and Arthroscopy Review, la maggioranza dei disturbi provocati dal ciclismo sono dovuti a iper uso o tecnica scarsa: i più colpiti sono principalmente il ginocchio, il rachide lombare e il rachide cervicale.

 

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